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Qualche curiosità

È uscito prima Cujo o La zona morta? Qual è il parere di Stephen King su Shining di Stanley Kubrick? Come giudica lo scrittore la sua esperienza di regista con Brivido? Le risposte a queste (e a tantissime altre) domande sono contenute in Stephen King Pocket di Joe Arden: una guida sintetica ma esauriente, che segue tutte le tappe principali della carriera del “re”, adatta per il principiante ma anche per l’appassionato accanito. In più, oltre una messe di informazioni indispensabili, una serie di brevi, personalissimi saggi su particolari salienti del mondo kinghiano. Ecco qualche curiosità. Ehi, sul serio, non potete farne senza...

ROSE MADDER

Una nuova evoluzione della grafica di copertina (il nome di SK minuscolo, quasi illeggibile, nell’edizione americana), un’ulteriore fase della scrittura: l’interesse al “pianeta donna” (Il gioco di Gerald, Dolores Claiborne) unito al gusto della piccola magia quotidiana, del realismo fantastico alla Isabel Allende. La ribellione della protagonista, la sua fuga dal marito duro e violento (non a caso un poliziotto), scaturite da un particolare apparentemente insignificante: una goccia di sangue dal naso, a macchiare il bianco delle lenzuola. Un King in continua mutazione, trasformazione: impossibile seguire o prevedere la sua crescita, le strade che intenderà percorrere. Grande successo in madre patria (prima tiratura: quasi due milioni di copie) destinato a ripetersi in Inghilterra.

 

QUANDO KING PARLA ITALIANO

Nel nostro paese SK si esprime con una voce che non è la sua; cioè, non solo la sua. Tullio Dobner è il traduttore per eccellenza dello scrittore del Maine; per rendervene davvero conto, date un’occhiata alla prima parte di Stephen King Pocket. Logico e inevitabile, quindi, scambiare un paio di chiacchiere telefoniche con lui, in un mattino di fine settembre nebbioso, noioso e freddino.

Allora com’è la voce di SK nel nostro paese? In base a quali regole vengono tradotti i suoi romanzi?

Non credo si possa parlare di regole, nel senso stretto della parola. Una volta qualcuno mi ha definito un traduttore “creativo”; non ho idea se si trattasse di un complimento, però la definizione non mi dispiace del tutto. Io ricorro moltissimo ai miei modi di dire, a un certo lessico familiare, partendo dal presupposto che anche King si comporti nello stesso modo; uno stile vivo e vitale, poco letterario.

Uno stile che non cambia mai, oppure...

Beh, no, che si evolve, che matura con il passare del tempo, come è normale che avvenga. Per esempio, Ossessione, firmato con lo pseudonimo di Bachman, è indubbiamente un lavoro giovanile, lo si percepisce chiaramente: la scrittura è meno ricca, decisamente più essenziale. Questo non toglie che sia un ottimo romanzo. Un registra romano mi contattò tempo fa, dicendo che voleva trarne uno spettacolo teatrale. Ecco, mi piacerebbe moltissimo che un’operazione del genere andasse in porto.

In due parole: un punto forte e un punto debole del King narratore.

Oddio... come punto forte, di sicuro la caratterizzazione dei personaggi. Lo ripeto da sempre: secondo me SK spia i suoi vicini, per riuscire a dipingere un ritratto così perfetto del Tipico Americano Medio. In questo non è secondo a nessuno: assolutamente imbattibile. Come punto debole, quasi paradossalmente, certi scivoloni nell’horror più gratuito e banale; una specie di cieca obbedienza agli schemi e alle regole di un genere.

E il suo romanzo migliore?

Come “grande favola”, sicuramente It. Nelle mie vesti di traduttore, invece, ho apprezzato moltissimo Dolores Claiborne e Misery; quest’ultimo, poi, è un romanzo zeppo di autoironia sul ruolo dello scrittore costretto a sfornare un best-seller dietro l’altro. Anche Ossessione, a costo di ripetermi, è un ottimo romanzo: claustrofobico, angosciante.

Per finire, una domanda che ci siamo già posti: come mai SK è l’UNICO autore horror al mondo baciato da un enorme successo di vendita?

Perché... è un vero scrittore! A parte che l’horror con King c’entra poco (anzi: è quasi un suo tallone d’Achille), è l’unico romanziere del genere che sappia veramente  tenere la penna in mano Un esempio: io traduco anche Clive Barker, e devo ammettere che non c’è confronto, non esiste paragone. Sono due mondi separati. Barker, a parte la crudezza delle sue opere (talvolta inutilmente esagerata), possiede uno stile pesante, involuto, che aspira - ma spesso non riesce - a essere letterario.

 

KING OF ROCK

Per SK la musica riveste un ruolo primario, vitale; parecchie sue opere si aprono con citazioni da classici rock anni ‘50/’60/’70/’80, e spesso anche la scrittura ha un ritmo da basso e batteria e chitarra elettrica. Su questo argomento ho già insistito fin troppo (in questa e altre occasioni) e non voglio ripetermi; comunque, ecco un’ideale (e assolutamente personale) hit parade, una sorta di “consigli dalla regia”, di compilation di musichette e musicacce da ascoltare durante la lettura dei lavori del Nostro...

Bruce Springsteen, Born in the USA

Ramones, Sheena is a Punk Rocker

AC/DC, Shake Your Foundations

Sex Pistols, Anarchy in the UK

Gene Vincent, Be-Bop-A-Lula

The Cramp, Goo Goo Muck

The Crystals, Da Doo Ron Ron

Kiss, Rock ‘n Roll All Nite

Misfits, Teenagers from Mars

 

DEI RICORDI, MIEI & VOSTRI

Ogni romanzo, un ricordo. O meglio, ogni libro: fatto di copertina, pagine, prezzo da staccare con l’unghia (e poi rimane un fantasma di colla, un’ombra appiccicosa) o da tagliare via (un’appendice inutile).

Ogni libro: più è bello, più ti cattura, ti intrappola e ti stringe, più il ricordo è forte. Non voglio annoiarvi con i miei (in parte l’ho già fatto; niente scuse, in questi casi la scrittura è davvero automatica, il word processor un innesto cerebrale). Però, sono legati soprattutto ai romanzi di Stephen King.

Raccontatemi i vostri ricordi: estati lunghe e calde, autunni piovosi; il sole che tramonta alle quattro e mezzo e mette tristezza; ancora una pagina, una sola, e poi il libro di storia, ma che cazzo mi frega di Napoleone; Dio, trenta carte per un romanzo, ma ne vale la pena; la scelta della copia che profuma di nuovo, un odore indefinibile e inconfondibile (non quella con le orecchie, non quella con l’angolo schiacciato, non quella...).

I vostri ricordi: voglio conoscerli. Poi ci farò qualcosa.

 ~ Joe Arden è autore dei best-seller Il libro gioco di Stephen King e Maniax, e ha collaborato alla realizzazione de Il libro gioco elettronico di Stephen King.

 

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