Gli sciamani tribali, sacerdoti e maghi al tempo stesso, devono passare attraverso severi riti di iniziazione prima di cominciare a praticare la loro arte. I riti variano da paese a paese: gli sciamani eschimesi devono resistere cinque giorni nell'acqua gelida, I rituali servono per provare la forza di volontà del futuro sciamano a resistere al dolore e ad abituare la mente, attraverso difficili prove, a essere sempre all'erta.
Coloro che praticano la magia affermano di essere in grado di evocare apparizioni di demoni, spiriti e animali. harry Wright, che fu presente ad una cerimonia propiziatoria della caccia nel cuore dell'Africa, descrisse una ragazza che danzava la "danza del leopardo" alla luce del fuoco. Mentre la ragazza danzava, Wright vide delle ombre attorno a lei; il suo accompagnatore gli disse che si trattava di leopardi. Al punto culminante della danza, tre leopardi veri apparvero all'improvviso, attraversarono la radura e scomparvero silenziosamente nella giungla. Sembrava che fossero venuti a vedere i leopardi fantasma evocati dalla danza.
Le persone malvagie che tentano di nuocere ad altri e qualche volta di ucciderli con la magia, usano come parte del rituale una bambola o qualche altra immagine umana. Colpiscono' la bambola nello stesso modo in cui vogliono colpire la persona reale, prefigurando così il danno da arrecare. Questa pratica si chiama magia imitativa. Non sempre è cattiva; qualche volta è usata per guarire le malattie e presso alcune tribù viene usata per assicurarsi buona caccia o figli sani.
Secondo una vecchia credenza haitiana, gli zombie (i morti che camminano) vengono adoperati come schiavi nelle piantagioni. Un uomo, un certo Clairvius Narcisse, afferma di essere stato uno zombie. Racconta che nel 1962 un sacerdote voodoo lo drogò in modo da farlo apparire come morto; poi, ancora sotto l'effetto della droga, lo disseppellì dopo il funerale e lo portò via per usarlo come schiavo. Due anni dopo Narcisse riacquistò la memoria e fuggì. Nel 1980 ritornò al suo villaggio tra la meraviglia dicoloro che avevano pianto la sua morte.
La magia è basata sulla credenza che un fluido possente
percorra la natura e tutti gli esseri viventi. Questa forza può essere incanalata
per ottenere una buona caccia, far piovere, eccetera. Nelle comunità tribali
tale forza viene chiamata "mana" ed è usata dalle streghe e dagli stregoni
(o"nganga"). Il mana diventa operante attraverso la evocazione degli
spiriti, essenziali perché la forza agisca. Gli stregoni si rivolgono agli
spiriti degli antenati perché li aiutino a trovare la cura per una malattia,
o un ladro nella tribù.
Per compiere magie bisogna essere nello stato d'animo adatto e concentrare
la volontà su ciò che si vuol fare. Perciò spesso gli stregoni vanno in trance
danzando e cantando freneticamente, finché non ritengono che il loro spirito
guida si sia impossessato di loro: allora sono pronti a operare la magia.
Sciamani
In ogni società tribale esistono uomini e donne
che agiscono da medium tra le persone, il mondo degli spiriti e le forze della
natura. Si tratta degli sciamani,
che hanno forti poteri medianici. Nella maggior parte delle tribù, sono sempre
le stesse famiglie a fornire gli sciamani; la "chiamata" può venire da un
sogno o da una malattia dalla quale la persona guarisce solo se accetta di
diventare sciamano.
Per mettersi in contatto con gli spiriti, lo sciamano deve andare in trance
e qualche volta lo fa battendo un tamburo magico.
Perché si usa la magia
In una tribù la magia è parte essenziale della vita:
praticandola, la gente si sente meno vulnerabile alle malattie e alle calamità.
Nelle regioni calde e aride dell'Africa, molte tribù credono che un rituale
magico appropriato porti la pioggia. Una delle funzioni più importanti dello
stregone è proprio questa: un cattivo raccolto dovuto alla siccità può significare
morte per la tribù. L'intera tribù è coinvolta nelle cerimonie per invocare
la pioggia. Si danza, si canta, si prega, mentre lo stregone entra in uno
stato di grande eccitazione per potersi rivolgere al dio della pioggia. Compito
dello stregone è anche di assicurarsi che la ricerca del cibo sia coronata
da successo, che vengano scoperti i criminali nella tribù e che le malattie
vengano guarite.
Magia buona e cattiva
Molte tribù ritengono che malattie e disgrazie in
genere siano causate dalla magia
nera praticata da streghe cattive. Le streghe cattive potrebbero
essere persone passate dalla magia buona a quella cattiva. É compito dello
stregone scoprire, con vari metodi, chi è la strega cattiva.
Alcuni metodi per scoprire le streghe cattive sono la divinazione con gli
ossicini e la prova della reazione della gallina al veleno: se la gallina
muore è segno di colpa. A volte il veleno viene somministrato all'accusato:
il suo grado di malessere ne indica la colpa o l'innocenza.
Il voodoo
Il voodoo è un culto originario del Dahomey, in Africa, oggi praticato soprattutto nell'isola di Haiti e dai negri americani nel Sud degli U.S.A. (dove è chiamato "hoodoo"). Il voodoo si propone di mettere il fedele in contatto con il mondo soprannaturale degli spiriti, inclusi vari dèi e dee, e con le anime dei morti. Durante il rito le persone vengono possedute da uno spirito e vanno in trance. Attraverso i sacerdoti e le sacerdotesse (chiamati "hungan" e "mambo"), ci si rivolge agli spiriti, che regolano ogni aspetto della vita.
Incantesimi e bone-pointing
Per molte tribù di varie parti del mondo, gli effetti di un incantesimo (o maledizione o malocchio) sono immediati e mortali. In Australia, per giustiziare i criminali gli Aborigeni usano il metodo del "bone-pointing". Un pezzo d'osso, appuntito da una parte e con un pezzo di gomma contenente capelli umani dall'altra, viene puntato contro la vittima dopo un certo rituale. Di solito la vittima si ammala subito e muore nel giro di poche ore di pochi giorni. Si pensa che questi metodi funzionino per suggestione: le vittime ritengono di essere ormai condannate e la paura e lo choc ne provocano davvero la morte.
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